A Porticus Minucia Frumentaria és a Lengyelek Szent Stanislaus temploma
Időpont egyeztetés 2025. január 18-án, szombaton 10:15-kor

A Hidden Rome ezúttal először Róma két legrejtettebb és kevésbé ismert helyére viszi el Önt.
Néhány lépésre Largo di Torre Argentina városától, a Via delle Botteghe Oscure-n egy építmény maradványai állnak, amelyek az „elargitiones”-hez, vagyis a búzaosztáshoz kötődnek Róma szegény lakosságának. Ez a Porticus Minucia Frumentaria, egy négyszögletű bekerítés, amely körülölelte Torre Argentina szent területének négy köztársasági templomát, amelyben volt egy templom, a nimfáké, amely az ilyen elosztásra jogosultak nevét tartalmazza. A közeli épület, jelenleg a Radisson Hotel, egy csodálatos, racionalista stílusú épület felújítása során felfedezték annak folytatásának egy részét az eredeti padlóburkolattal és az oszlopcsarnok lépcsőjének egy részét, amelyet Marco Minucio Rufo konzul épített 110-ben. I.E. a scordisciek felett aratott győzelem megünneplésére Kr.e. 106-ban a Claudian-korban átalakították.
A San Stanislao dei Polacchi templom a felszínre kerülve lehetővé teszi, hogy elmerüljünk a tizennyolcadik századi hangulatban. Alapítása a 12. századra nyúlik vissza, amikor San Salvatore in pensilis néven emlegetik; XIII. Gergely pápa 1580-ban átengedte Stanislaus Oslo bíborosnak, aki Szent Stanislaus Szczepanowskinak, a lengyelek védőszentjének ajánlotta, és ettől kezdve az Örök Városban lakó lengyelek referenciatemplomává vált. A tizennyolcadik századi bútorok és a homlokzat Ignazio Brocchi, a lengyel király építésze, Stanislao Poniatowski munkája A vallási épületben Eremenegildo Costantini és Antiveduto Gramatica és Taddeo Kuntze munkái láthatók.
Nem mulasztunk el beszélni a Balbo színházról, a Mattei palotáról és a „Botteghone-ról”, a Kommunista Párt történelmi központjáról, a via delle Botteghe Oscure 4. szám alatt.
2025.01.16.
https://www.romanascosta.net/project/la-chiesa-di-s-stanislao-dei-polacchi-ed-i-resti-della-porticus-minucia-frumentaria/?fbclid=IwY2xjawH1t3hleHRuA2FlbQIxMAABHUkhvxDDLTdDCAEPp3bN443R0YGgwbK2QBfmp03bqwg2Rif6_mZooa9lwg_aem_Rnb0uHUQTqjjt_HQfK-jzQ

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Németh Bea idegenvezető

Giubileo 2025

A Szentév legfontosabb eseményei Rómában


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2024.08.16.

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2021.10.22.
Roma - Aventino - Piazza dei Cavalieri di Malta
Almeno per ora non c'e' bisogno di fare la fila per vedere il Cupolone dal buco della serratura. Certo, e' meno caratteristico, ma il portone della villa del Priorato di Malta ora e' spalancato.

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Bellissima veduta notturna di Castel Sant’Angelo illuminato in occasione dell'Anno santo 1925
Con la bolla "Infinita Dei misericordia" del 29 maggio 1924, Pio Xl promulgava l'Anno Santo per il 1925, che fu concepito come un'occasione
di ripresa della spiritualità cristiana. Varcò in ginocchio la soglia della Porta Santa subito dopo l’apertura della stessa. Il Papa riprese l'usanza della benedizione Urbi et Orbi dalla loggia vaticana, interrotta dopo la presa di Roma da parte delle truppe
sabaude. Pio Xl fu il primo Papa a benedire, l'Italia come Stato nazionale e con i Patti Lateranensi chiuse la cosiddetta Questione romana.
La novità assoluta di questo Giubileo è l'affissione per le vie di Roma e delle maggiori città di un manifesto a colori, raffigurante l'Angelo del Bernini eretto in capo a Ponte Sant'Angelo con la Croce e il motto "Pacs Christi in regno Christi" scritto in latino, italiano, francese, inglese, spagnolo e tedesco. Durante quest'Anno Santo per la prima volta alcuni pellegrini giunsero
in aereo o con un idrovolante e le cerimonie videro un massiccio impiego di elettricità.

2021.09.29.
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Via delle Sette Sale e la cisterna romana
2021.09.29.

All'interno la cisterna è rivestita di cocciopesto, che aderisce alle pareti e si smussa negli angoli e negli spigoli (foto Roma sotterranea)

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Via delle Sette Sale e la cisterna romana
2021.09.29.

1. Gli ambienti presentano le pareti e il pavimento rivestiti di intonaco idraulico, e comunicano tra loro tramite un sistema di aperture disposte su assi diagonali, per evitare il formarsi di correnti o il ristagno d'acqua (Foto Sovrintendenza)

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2. Scavi condotti tra il 1966-67 e nel 1975 hanno riportato in luce, sulla terrazza sovrastante la cisterna delle Sette Sale, i resti di una domus, con murature di opera mista di reticolato e laterizio (probabilmente di epoca traianea), e murature in laterizio e opera vittata (filari alternati di mattoni e blocchetti di tufo, attribuite al IV secolo d.C.), tutte conservate per un'altezza non superiore ai 50 cm. Il complesso edilizio è diviso in due settori da un corridoio con pavimento di mosaico a tessere nere. Sontuosa doveva essere anche la decorazione marmorea parietale, con partizioni architettoniche e fregi floreali. Addossata a questa sala era una grande fontana-ninfeo, affacciata su uno spazio aperto.

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3. Interno della cisterna: è formata da nove ambienti paralleli, divisi da pareti in calcestruzzo con aperture in diagonale.

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Via delle Sette Sale e la cisterna romana
La via si allunga da viale del Monte Oppio fino a piazza di San Pietro in Vincoli. Prende il nome dalla grandiosa cisterna utilizzata per rifornire l’acqua delle Terme di Traiano. Inizialmente si pensava che fosse stata costruita da Nerone per la sua Domus Aurea, ma in seguito ai numerosi bolli laterizi rinvenuti nelle sue murature, si è dedotto che la cisterna sia nata insieme all’edificio termale.
Nel Medioevo era chiamata “Sette Sale” e tale nome è rimasto, nonostante nel 1760 ne sono state scoperte altre due, diventando quindi nove sale.
La costruzione, in opera cementizia rivestita con laterizi, è disposta su due livelli, ciascuno formato da nove ambienti paralleli, larghi oltre 5 metri e di lunghezza variabile da 30 a 40 metri, a causa dell’andamento curvilineo della parete perimetrale orientale. Gli ambienti destinati a conservare l’acqua avevano una capacità di oltre 8 milioni di litri.
La cisterna era collegata con un ramo dell'acquedotto che entrava nella città da Porta Maggiore; il condotto che permetteva il suo ingresso nella cisterna era al centro della parete posteriore ricurva; nel terzo e nel settimo ambiente vi erano le aperture per effettuare controlli e pulizia.
Nelle nicchie del piano superiore si aprivano dei finestroni per l'aerazione, mentre in quelle inferiori si trovavano i condotti per l'uscita dell'acqua, che sfociava in un grande collettore, la cui prosecuzione è stata rinvenuta davanti all’esedra Nord-Est del recinto termale.
Uno degli ambienti della cisterna, rimasta sempre visibile nei secoli anche dopo aver cessato la sua funzione (V secolo d.C.), è stato utilizzato in età medievale come luogo di sepoltura: vi sono stati infatti rinvenuti al momento dello scavo (1967) più di mille scheletri.
La cisterna si è conservata quasi perfettamente ai margini del Parco, con accesso in via delle Terme di Traiano. (Sovrintendenza capitolina)
2021.09.29.
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1. Conserva delle acque delle Terme di Tito dette le sette Sale, Acquaforte, 1750.
2. Cisterna delle Sette Sale
3. Veduta delle Terme di Traiano dette volgarmente "le Sette Sale", di Piranesi

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Bulgari: storia di un artigiano
In un piccolo negozio di argenteria, fondato in via Sistina nel 1884, inizia la storia di un marchio di lusso riconosciuto in tutto il mondo.
Sotirios Voulgaris, italianizzato in Bulgari, è un argentiere greco costretto a fuggire dall’Epiro, a causa degli scontri fra greci e turchi e in cerca di fortuna in Italia, arriva a Roma nel 1881 con solo diciotto centesimi di lira in tasca.
Il nome del marchio si scrive generalmente “BVLGARI” secondo le lettere dell’alfabeto latino classico (secondo il quale V = U) e proviene dal cognome del fondatore greco dell’azienda, Sotirios Voulgaris (greco: Σωτήριος Βούλγαρης pronuncia greca: [soˈtirjos ˈvulɣaris], italiano: Sotirio Bulgari, 1857–1932), di origine arumena.
Le sue creazioni d’argento riscuotono subito un grande successo in particolare tra i turisti inglesi in visita a Roma per il tradizionale Grand Tour.
Vengono aperti nuovi punti vendita tra cui quello in Via Condotti, prima al civico 28, poi, nel 1905, al 10: sull’insegna, la scritta “Old Curiosity Shop”, dal titolo di un romanzo di Charles Dickens.
Una volta pronti ad affiancare il padre, i due figli, decidono di aprire altri negozi e di includere nella produzione, oltre all’argento, anche gioielli in senso più ampio.
Il negozio di Roma divenne quello con maggior visibilità per renderlo il polo centrale dove venivano curati tutti gli aspetti dalla creazione alla vendita.
Con l’insediamento poi degli studios di Cinecittà a Roma, negli anni il successo di Bulgari è sempre più crescente,
e il negozio romano vede quindi sfilare personalità della 7ª arte:
Elizabeth Taylor, Marlene Dietrich, Clark Gable, Gary Cooper, Audrey Hepburn, Sofia Loren, Romy Schneider o Gina Lollobrigida, e poi Anna Magnani, tanto da divenire negli anni Cinquanta e Sessanta punto di riferimento dei divi del cinema.
Si può dire senza dubbi che quella di Anna Magnani, per i gioielli Bulgari, fu una delle sue grandi passioni.
Nella straordinaria collezione di Anna Magnani firmata appunto da Bulgari, tra i vari gioielli, certamente il pezzo più intrigante è l'anello Trombino, creato su misura per l'attrice, impreziosito da un raro diamante taglio brillante da 25,28 carati.
Non solo, diverse spille preziose, orecchini in pavé di brillanti, così come una parure in ametiste e oro giallo.
Non solo gemme preziose però: un altro segno del sodalizio tra Anna Magnani e Bulgari gioielli è raccontato dalla maglia in oro, diamanti e platino che la Maison romana creò appositamente per lei.
Con questa furono realizzati sei bracciali, che la Magnani indossò privatamente e in numerose occasioni pubbliche, e in seguito ispirarono delle creazioni di gioielleria e orologeria più contemporanee.
2021.09.29.
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